2008_Multiversity
L’evento Multiversity, ovvero l’arte della sovversione, nasce da un lavoro
congiunto di Uni.Nomade e S.a.L.E. (www.saledocks.org), dalla collaborazione
tra una rete transterritoriale di attivisti e ricercatori di movimento e uno spazio
autogestito, nato a Venezia nel 2007 con lo scopo di intervenire politicamente
sul terreno della produzione culturale contemporanea.
L’evento “Multiversity, ovvero l'arte della sovversione” nasce da un lavoro congiunto di Uni.Nomade e S.a.L.E. (Signs and Lyrics Emporium), tra una rete transterritoriale di militanti e ricercatori impegnati nell'analisi critica dei temi della contemporaneità e uno spazio autogestito, S.a.L.E. docks, nato alcuni mesi fa a Venezia con lo scopo di intervenire praticamente sul terreno della produzione culturale. Terreno che, non solo a Venezia, si è ormai affermato quale ambito privilegiato per gli attuali processi di valorizzazione del capitale.
Se infatti ci si concentra sull'arte contemporanea, tale indiscutibile importanza è riscontrabile su almeno tre livelli. Il primo è quello del ruolo centrale che beni immateriali e saperi, creatività e affetti, attitudini relazionali e comunicative vengono ad assumere per le forme contemporanee del modo di produrre: la produzione artistica non può sfuggire a questa centralità.
Il secondo è quello del rapporto tra produzione culturale e metropoli, dove l’intreccio tra urbanistica e architettura, moda e design, arte e letteratura, in quello spazio produttivo sociale per eccellenza che sono i bacini urbani, diviene da un lato elemento cruciale nei processi di soggettivazione attraverso i quali si costituisce la molteplicità di forme di vita che li abitano, dall’altro fattore decisivo per definire il posizionamento strategico di ciascuna area metropolitana nella competizione economica tra città globali.
Il terzo è quello del rapporto tra mercato dell’arte e capitale finanziario: a livello globale, banche e multinazionali sono tra i principali investitori in un settore che appare oggi come l’unico a non essere neppure sfiorato dalla crisi che investe il sistema mondiale della circolazione di denaro.
Ciò che vediamo all’opera è un complesso apparato di cattura, che il capitale ha messo in campo nei confronti dei flussi plurali di produzione culturale informale, a partire dall’appropriazione della capacità cooperante di singole intelligenze e singoli modi di vita, per assicurarsi la messa a valore di quello che è stato definito il “capitale simbolico collettivo”.
La complessità di queste dinamiche dipende da un duplice meccanismo di sfruttamento, il cui primo aspetto è costituito dalle gabbie della proprietà intellettuale e da ogni ulteriore momento di privata appropriazione del sapere sociale generale, mentre il secondo è quello del rapporto parassitario che viene a stabilirsi nei confronti della produzione creativa da parte di quegli interventi speculativi, che si determinano nel corpo della metropoli là dove si costruiscono istituzioni statali e private, grandi eventi e fiere legati all’arte, distretti e meta-distretti culturali.
Ciò in cui l’esperienza del S.a.L.E. vuole immergersi criticamente, ciò che l’evento Multiversity ha deciso di affrontare problematicamente, si chiama “fabbrica della cultura”, ovvero il luogo della valorizzazione del capitalismo cognitivo, ma che tale è solo nella misura in cui è, prima di ogni altra cosa, il luogo della potenza della soggettività creativa, dell’espressione delle moltitudini, e, di conseguenza, lo spazio di un quotidiano corpo a corpo tra libertà della creazione e autonomia della cooperazione, da un lato, e dispositivi del dominio e dello sfruttamento di questa potenza produttiva, dall’altro.
E' alla luce di ciò che, all'interno di Multiversity, verranno presentati, discussi e confrontati con le più avanzate esperienze europee e globali i primi risultati, seppur parziali, di un'inchiesta sul precariato cittadino legato all'arte contemporanea e al lavoro immateriale. Qui, la questione principale è quella della comprensione dei comportamenti diffusi e delle modalità d’intervento che possono trasformare una composizione sociale, già centrale nelle forme di produzione contemporanee, in una composizione politica. Verrà inoltre affrontato il nodo del ruolo che la formazione universitaria, per un verso, e le reti della comunicazione, per un altro, svolgono all’interno della più complessiva organizzazione del lavoro nella “fabbrica della cultura”.
Premessa indispensabile a questa discussione è il confronto intorno all'arte contemporanea intesa come “istituzione sociale allargata”: dalla vicenda storico-artistica che ha spinto l'arte del Dopoguerra dallo spazio trascendentale della specificità mediale allo spazio sociale con i suoi rapporti di forza, alle relazioni che si stabiliscono tra arte, movimenti sociali e attivismo culturale al di fuori di ogni retorica avanguardistica, ai modi della cattura da parte del sistema artistico istituzionale e dei circuiti della finanziarizzazione nei confronti di un vasto patrimonio di pensiero critico e di modi di vita conflittuali. Per queste ragioni, l’evento Multiversity sarà articolato in tre sessioni seminariali:
1. Arte e attivismo
Si intendono qui problematizzare la vicenda storica e le forme contemporanee dell'intreccio tra arte e attivismo.
Alcune delle domande da cui partire saranno le seguenti.
Attraverso quale percorso si è passati da una concezione dell'opera come trascendenza ad una concezione della stessa come oggetto, processo o dinamica in grado di intervenire all'interno dello spazio-tempo dell'uomo e, successivamente, all'interno dei processi sociali?
Come si è passati da un criterio di giudizio dell'opera basato su di una topografia delle sue caratteristiche materiali ad uno fondato, invece, sull'analisi della sua funzione, ovvero della sua efficacia in termini sociali?
Come funziona oggi, in epoca postfordista, l'arte attivista? Qual'è, una volta abbandonata ogni retorica avanguardista, la posizione dell'arte e degli artisti rispetto ai movimenti?
2. Arte e mercato: tra libertà creativa e cattura finanziaria
Questo secondo punto deve necessariamente muovere da una raccolta di dati sulle dimensioni del mercato dell'arte e dal suo rapporto con il capitale finanziario.
L'arte viene qui assunta come esempio di valore paradigmatico a causa di un paradosso estremo che la interessa: se il lavoro artistico esprime un livello massimo di libertà creativa, allo stesso tempo esso subisce la massima fissazione all'interno del capitale finanziario.
3. Arte e moltitudine: per l’inchiesta su composizione sociale, conflitti e organizzazione del lavoro vivo dentro la “fabbrica della cultura”
In questa sezione andrà affrontato il nodo dei rapporti tra singolarità e moltitudine, e tra produzione individuale e costruzione del comune.
Due sono i piani di ricerca su cui procedere parallelamente.
Il primo è storico-artistico e riguarda i tentativi che, a partire dagli anni Sessanta, sono stati sviluppati dagli artisti in risposta alla retorica del genio individuale, fino alle attuali piattaforme di produzione collettiva legate alla affermazione e alla diffusione dell'hacking sociale.
Il secondo piano riguarda l'inchiesta rispetto alla composizione sociale del precariato cresciuto attorno all'indotto dell'industria culturale. Dagli studenti nei circuiti della formazione ai precari delle cooperative che si occupano di logistica e allestimento, agli stagisti, ai networkers, ai consulenti a progetto e a partita Iva fino a quel ceto globale di artisti e di figure professionali intenzionate a divenire parte integrante del sistema internazionale dell'arte. Di tutta questa ampia galassia sociale dovremo indagare condizioni materiali di vita e di lavoro, bisogni e aspirazioni, desideri e possibili rivendicazioni.
Tutto questo per arrivare al punto chiave: come trasformare questa composizione sociale in una composizione politica?
PROGRAMMA
1) VENERDÌ 16
ore 17 Arte e Attivismo.
Marco Baravalle, Claire Fontaine, José Pérez de Lama (Osfa), Brian Holmes.
ore 21 Performance: Margine Operativo.
2) SABATO 17
ore 9.30 Arte e Attivismo (seconda sessione)
Marco Scotini, Giovanna Zapperi, Judith Revel, Maurizio Lazzarato.
ore 14 Arte e Mercato.
Chiara Bersi Serlini, Anna Daneri, Matteo Pasquinelli, Pier Luigi Sacco, Marko Stamenkovic, Angela Vettese.
ore17.30 Arte e Moltitudine.
Antonella Corsani, Antonio Negri, Hans Ulrich Obrist, Pascal Nicolas le Strat.
ore 21 Performances VS Music
3) DOMENICA 18
ore 9.30 Arte e moltitudine.(seconda sessione)
Alberto de Nicola, Javier Toret Medina, Gigi Roggero, Devi Sacchetto.
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The event “Multiversity, or the Art of Subversion” is the fruit of a joint effort between Uni.Nomade and S.a.L.E. (Signs and Lyrics Emporium), between a trans-territorial network of militants and researchers carrying out a critical analysis of the themes of contemporaneity and a self-managed space, called S.a.L.E. docks, born a few months ago in Venice so as to intervene on a practical level in the world of cultural production. A world which, not only in Venice, has affirmed itself as preferred area for current capital valorisation processes.
In fact, if we concentrate on contemporary art, this undoubted importance can be seen on at least three levels.
The first is the central role which immaterial assets and knowledge, creativity and affections, relational and communicational talents assume for contemporary forms of production: artistic production cannot get away from this centrality.
The second is the relationship between cultural production and the metropolis where the interlacing between town-planning and architecture, fashion and design, art and literature, in that productive social space par excellence – the urban basins – becomes on the one side a crucial element in the process of subjectification through which are built the multiplicity of forms of life which inhabit it, to the other decisive factor for defining the strategic positioning of each metropolitan area in the economic competition between global cities.
The third is the relationship between the art market and the financial capital: at a global level, banks and multinationals are the among the main investors in a sector which today seems to be the only one to have not been even slightly touched by the crisis which has overrun the world system of money circulation.
What we are now seeing is a complex capturing system, which capital has brought into play in the multiple flow of informal cultural production, from the appropriation of the ability to cooperate of individual intelligences and individual ways of life, to ensure the valorisation of what has been defined as the “symbolic collective capital”.
The complexity of these dynamics depends on a double mechanism of exploitation, where the first aspect is made up of the barriers of intellectual property and from each further moment of private appropriation of general social knowledge, while the second is the parasitic rapport which is established towards the creative production by those speculative interventions occurring in the body of the metropolis, there where state and private institutions, large events and art fairs, and cultural zones and meta-zones are established.
Where S.a.L.E.’s experience wants to immerse itself critically, what the Multiversity event has decided to face, is called “culture factory”, that is the place of valuation of cognitive capitalism, but it is only so in the measure in which it, before anything else, the place of creative subjectivity, of the expression of the multitudes, and consequently, the space of a face-to-face between creative freedom and autonomy of cooperation on the one hand, and the system of dominion and exploitation of this productive force on the other.
In this light, Multiversity, will present, discuss and compare, with the most advanced European and global experiences, the first results, although partial, of an enquiry on the city’s job insecurity linked to contemporary art and intangible work. Here the main question is to understand widespread behaviours and the methods of intervention which could change a social composition, already central in the forms of contemporary production, in a political composition. Examined also will be the core issues of the role of university training on the one side, and the communication network on the other side, played within the most complex organisation of the work of the “culture factory”.
An indispensable requisite for this discussion is the comparison around contemporary art understood as a “wider social institution”: from the historical-artistic events which drove art in the post-war period from the transcendental space of medial specificity to the social space with its relationships of strength, to the relationships established between art, social movements and cultural activism outside of any avant-garde rhetoric, to the methods of capture by the institutional artistic system and by the financial ciruits of a vast heritage of critical thought and conflicting ways of life. For these reason, the Multiversity event will be organised into three seminar sessions:
1. Art and activism
This means problematizing historical events and contemporary forms in the interlacing between art and activism.
Some of the questions to start off the discussion will be:
Which road was travelled to reach the conception of the work as transcendental to a conception of the same as object, process or dynamic able to intervene within man’s space-time and subsequently, within social processes?
How did we go from a judgement of the work based on a topography of its material characteristics to one based, instead, on the analysis of its function, or even its efficiency in social terms?
How does it function today, in this post-Ford era, activist art? What, once all avant-garde rhetoric is abandoned, is the position of art and artists with respect to movements?
2. Art and the market: between creative freedom and financial capture
This second point must necessarily move from gathering date on the size of the art market and its relationship with financial capital.
Art is taken here as an example of paradigmatic value because of the extreme paradox which affects it: if artistic work expresses a maximum level of creative freedom, at the same time it is subject to maximum fixation within the financial capital.
3. Art and multitude: for the survey into social composition, conflicts and organisation of live work in the “culture factory”
This session will examine the core of the relationship between singularity and multitude, and between individual production and construction of the common.
There are two research plans which will proceed in parallel.
The first is historical-artistic and concerns the attempts which, starting in the 60s, were developed by artists in response to the rhetoric of the individual genius, up to the current platforms of collective production tied to the affirmation and diffusion of social hacking.
The second plan concerns the survey into social composition of precarious workers which has grown around the culture industry’s drive. From the students in the training circuits to temporary workers in the cooperatives for logistics and stage design, trainees, networkers, project consultants,freelancers, to that global class of artists and professionals intent on becoming an integral part of the international art system.
In all this wide social galaxy, we will need to investigate the material conditions of life and work, needs and aspirations, desires and possible assertions. .
All this to get to the key point: how to transform this social composition into a political composition?
PROGRAM
1) FRYDAY 16
ore 17 Art and Activism.
Marco Baravalle, Claire Fontaine, José Pérez de Lama (Osfa), Brian Holmes
ore 21 Performance: Margine Operativo.
2) SATURDAY 17
ore 9.30 Art and Activism (second session)
Marco Scotini, Giovanna Zapperi, Judith Revel, Maurizio Lazzarato.
ore 14 Art and Market.
Chiara Bersi Serlini, Anna Daneri, Matteo Pasquinelli, Pier Luigi Sacco, Marko Stamenkovic, Angela Vettese.
ore17.30 Art and Moltitude.
Antonella Corsani, Antonio Negri, Hans Ulrich Obrist, Pascal Nicolas le Strat.
ore 21 Performances VS Music
3) SUNDAY 18
ore 9.30 Art and Moltitude (second session)
Alberto de Nicola, Javier Toret Medina, Gigi Roggero, Devi Sacchetto.
S.a.L.E. Docks
Dorsoduro 265 - Venezia