2023_Climate Mismatch
La mostra personale di Paolo Cirio a Sale Docks affronta la discrepanza tra dati sul clima e giustizia climatica. Un approccio concettuale, interventista e digitale all’economia e alle conseguenze dell’uso dei combustibili fossili, sta alla base di opere e installazioni presentate a Sale Docks (Magazzini del Sale, Venezia).
La mostra personale di Paolo Cirio a Sale Docks affronta la discrepanza tra dati sul clima e giustizia climatica. Un approccio concettuale, interventista e digitale all’economia e alle conseguenze dell’uso dei combustibili fossili, sta alla base di opere e installazioni presentate a Sale Docks (Magazzini del Sale, Venezia).
Questa rassegna di oltre 10 opere create da Paolo Cirio negli ultimi due anni, è il risultato di un percorso di ricerca e attivismo sulla giustizia climatica iniziato nel 2010. I lavori affrontano la percezione e la rappresentazione della crisi climatica. Dentro tale crisi, Cirio cerca di delineare un' Estetica Climatica in grado di integrare aspetti politici, economici ed etici dell’emergenza planetaria in corso. Utilizzando un approccio investigativo, Cirio esamina la semiotica e la filosofia di tale Estetica Climatica, intrecciandole con azioni legali e politiche, con l'obiettivo di costruire giustizia per gli esseri umani, le specie, e gli ecosistemi.
Cirio, nel 2021, immagina un tribunale climatico contro le compagnie di combustibili fossili, creando una serie di opere d'arte informate dalla sua vasta ricerca in merito. L’artista evidenzia le prove specifiche che dimostrano la responsabilità legale che le aziende di combustibili fossili attraverso l’uso di colori, notazioni e composizioni, ispirando un maggiore coinvolgimento del pubblico spesso reso difficoltoso dalla complessità delle informazioni. Utilizzando stampe su tela, tessuto e carta, Cirio presenta dati scientifici ed economici, documenti legali e analisi geopolitiche, grafici e foto, studi biologici e immagini satellitari. Le opere che popolano il Climate Tribunal, a Sale Docks, sono altrettante rappresentazioni di prove, accusatori e accusati, scienziati e attivisti climatici. Intervengono in qualità di testimoni, mentre i visitatori partecipano come membri della giuria che valutano le prove o si identificano come parte lesa.
Semiologicamente, la mostra Climate Mismatch esamina la discrepanza tra l'oggetto/soggetto della ricerca e la sua rappresentazione/percezione. Problematizza come i dati e la scienza abbiano individuato per molto tempo nell'economia dei combustibili fossili la causa del cambiamento climatico, eppure il significato di questi dati manca di un riferimento concreto. Piuttosto, questa discrepanza tra fatti e azioni ha portato a travisamenti e incomprensioni, generando confusione che ancora aleggia nel mondo dell’arte e nella società. Alla sottovalutazione del riscaldamento globale hanno contribuito la disinformazione diffusa dalle compagnie di combustibili fossili e il loro greenwashing, ma non solo. Oggi, le stesse istituzioni che affermano di essere in prima linea nella difesa del clima, non menzionano nemmeno l'economia globale dei combustibili fossili. Le università, le istituzioni culturali, il mondo dell'arte e i media gestiscono sempre più programmi speciali sul cambiamento climatico, ma senza esaminarne la causa: l'industria dei combustibili fossili, che spesso finanzia tali istituzioni.
La mostra mette in discussione l'etica della rappresentazione dell'emergenza climatica, esaminando la discrepanza tra dati e potere, tra fatti e cognizione,tra retorica e realtà. Queste asimmetrie sono contestate da Paolo Cirio che mira a cambiare la percezione culturale di questi temi, trasformando i dati in azione e promuovendo nuove regole per la giustizia climatica.
Cirio critica l'uso di parole blande come “sostenibilità”, “rinnovabili”, “decarbonizzazione” e “zero netto”, mentre i veri colpevoli, i dati sui loro profitti, sugli investimenti e sulla storia delle emissioni di gas serra, sono ancora mascherati. Inoltre, Cirio sfida anche la discrepanza della rappresentazione nel settore culturale attraverso una critica istituzionale mondo dell'arte, sostenendo la necessità di estetiche più efficaci. In particolare, l’artista si concentra sulla nuova disciplina forense dell’Attribution Science che è in grado di stabilire collegamenti tra anomalie climatiche ed emissioni di gas serra.
Quantificare la produzione di combustibili fossili può indicare la responsabilità legale ed etica delle Carbon Majors. Tuttavia, queste imprese sono “too big to fail”. Indagare e calcolare le emissioni di gas serra, senza considerare gli intrecci globali tra economia e politica, genererà solo un errore, poiché computer e dati non riescono a misurare e modellare il capitalismo schizofrenico. In questa nuova era di negazionismo, non è l'emergenza climatica che viene negata, ma piuttosto le cause e i colpevoli che vengono mistificati.
Per superare questa discrepanza cognitiva, Cirio trasforma le informazioni in arte per generare conoscenza, azione, e cambiamento, mentre indaga sulla finanziarizzazione, la militarizzazione, la politicizzazione, la dataficazione, e la normalizzazione dell'emergenza climatica.
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Paolo Cirio’s solo show at Sale Docks addresses the mismatch between climate data and climate justice.
Conceptual, interventionist, and digital art about fossil fuel economy and its consequences are presented as visual artworks and installations in the massive space of Sale Docks at Magazzini del Sale in Venice.
This survey of over 10 artworks created by Paolo Cirio in the last two years are the result of his research and advocacy around climate justice that he already began investigating as early as 2010. These works address the perception and representation of the climate crisis, for which Cirio seeks to outline a Climate Aesthetics that can integrate the politics, economics, and ethics of the current epochal planetary emergency. Using an investigative approach, Cirio looks at the semiotics and philosophy of such a Climate Aesthetics, intertwining it with legal actions and policy-making, aiming to build justice for humans, species, and ecosystems.
Cirio established the idea of a Climate Tribunal against fossil fuel companies in 2021 by creating a series of artworks informed by his vast research on the climate crisis. Cirio highlights the specific evidence that proves the legal accountability fossil fuel companies have using color, notations, and compositions, creating greater public engagement with this complex theme.
Using prints on canvas, fabric, and paper, Cirio’s visual art features scientific and economic data, legal documents and geopolitical analysis, graphs and photos, biological studies and satellite images. The Climate Tribunal at Sale Docks unfolds with artworks presented as evidence, plaintiffs and defendants, climate scientists and activists speaking as witnesses, and visitors to the exhibition either participate as jury members that assess evidence, or identify as an injured party.
Semiotically, the exhibition Climate Mismatch examines the discrepancy between the object/subject of research and its representation/perception. It problematizes how data and science have been pinpointing for a long time how the fossil fuel economy has been the cause of climate change, and yet the meaning of this data lacks a concrete referent. This mismatch between facts and actions has resulted in misrepresentation and misunderstanding, generating confusion that still lingers in the cultural world and in society.
It hasn’t only been misinformation spread by fossil fuel companies and the greenwashing of the business world that has led to the dismissal of global warming. Today, the same institutions that claim to be at the forefront of climate advocacy don’t even mention the global fossil fuel economy. Universities, cultural institutions, the art world, and the media increasingly run special programs about climate change, but without examining its cause, the fossil fuel industry, which often even funds such institutions.
The exhibition questions the ethics of representation of the climate emergency, looking at the mismatch between data and agency, the mismatch between facts and cognition, the mismatch between rhetoric and reality. These mismatches are challenged by Paolo Cirio who aims to shift perception, turning data into action and promoting public policy and justice. Cirio criticizes the use of bland wording such as sustainability, renewables, decarbonization and netzero, while the real culprits, their data on profits, investments, and history of carbon emissions are still disguised. Further, Cirio also challenges the representation mismatch in the cultural sector through direct institutional critique in the art world, and he advocates for a more effective Climate Aesthetics.
In particular, Cirio focuses on the new forensic discipline of “Attribution Science” that is able to establish links between weather anomalies and greenhouse emissions. Quantifying the production of fossil fuels can point to the legal and ethical accountability of Carbon Majors companies. Yet, they are too big to fail. Investigating and computing greenhouse emissions without considering the politics of the global economy in the equation will only generate a data crash, as computers and data fail to measure and model schizophrenic capitalism.
In this new era of denialism, it is not the climate emergency that is being denied, but rather the causes and the culprits that are mystified. To overcome this cognitive mismatch, Cirio turns information into art for generating knowledge, agency, and change, while investigating the financialization, weaponization, politicization, datafication, and normalization of the climate emergency.